
I buchi neri, da molti ritenuti i corpi celesti più “spaventosi” dell’universo, sono più vicini a noi di quanto pensassimo. Gli astronomi hanno infatti da poco individuato il buco nero più vicino alla Terra. Con un massa paragonabile a quella stellare, quest’ultimo è diventato immediatamente l’oggetto di studio principale per la comprensione di questi corpi estremi.
Il buco nero, a cui è stato dato il nome di Gaia BH1, è circa 10 volte più massiccio del Sole e si trova a circa 1600 anni luce di distanza nella direzione della costellazione dell’Ofiuco. Ciò lo rende tre volte più vicino alla Terra rispetto al precedente detentore del record.

Le osservazioni al telescopio del buco nero
Gli astronomi hanno utilizzato il telescopio Gemini North sulle Hawaii, uno dei telescopi gemelli dell’International Gemini Observatory, per effettuare osservazioni del movimento della “compagna” del buco nero, una stella simile al Sole che orbita attorno al buco nero all’incirca alla stessa distanza con cui la Terra orbita attorno al Sole.
Prendi il Sistema Solare, metti un buco nero dove si trova il Sole e il Sole dove si trova la Terra, e otterrai questo sistema. Sebbene ci siano stati molti rilevamenti dichiarati di sistemi come questo, quasi tutte queste scoperte sono state successivamente confutate. Questa è la prima rilevazione inequivocabile di una stella simile al Sole in un’ampia orbita attorno a un buco nero nella nostra Galassia.
Kareem El-Badry, astrofisico ed autore principale dell’articolo
L’importanza della navicella spaziale Gaia nello studio
Il team ha originariamente identificato il sistema come potenzialmente ospitante un buco nero analizzando i dati della navicella spaziale Gaia dell’Agenzia spaziale europea. Dopodiché ha utilizzato lo strumento Gemini Multi-Object Spectrograph su Gemini North per identificare il corpo centrale come un buco nero circa 10 volte più massiccio del nostro Sole.
Il team ha quindi poi misurato la velocità della stella compagna mentre orbitava attorno al buco nero e fornendo una misurazione precisa del suo periodo orbitale.
Quando abbiamo avuto le prime indicazioni che il sistema conteneva un buco nero, avevamo solo una settimana prima che i due oggetti fossero alla massima separazione nelle loro orbite. Le misurazioni a questo punto sono essenziali per effettuare stime di massa accurate in un sistema binario. La capacità di Gemini di fornire osservazioni in tempi brevi è stata fondamentale per il successo del progetto. Se avessimo perso quella finestra stretta, avremmo dovuto aspettare un altro anno.
Kareem El-Badry, astrofisico ed autore principale dell’articolo
L’articolo Ecco il buco nero più vicino alla Terra è stato scritto su: Science | CUENEWS.